CONSIGLIATI DA…

di MICHELE FRATERNALI

Il capitale umano 

La famiglia del re della finanza Giovanni Bernaschi si lega a quella dell’immobiliarista fallito Dino Ossola, dapprima grazie al rapporto fra i due figli adolescenti e successivamente a causa di un tragico incidente. In una Brianza misteriosa e minacciosa Paolo Virzì riadatta il romanzo americano di Stephen Amidon, realizzando il suo film più inquietante, dividendolo in tre capitoli e altrettanti punti di vista e un epilogo, raccontando con ferocia un’umanità cinica, traditrice, asservita al dio denaro. Il regista livornese sceglie un cast ben assortito per descrivere il turbamento che condiziona lo stato d’animo del nostro Paese e dell’intero occidente, senza scadere nella facile denuncia sociale, ma descrivendo una generazione che probabilmente ha compromesso in maniera irrimediabile la nuova.


Tutto sua madre 

Un ragazzo vuole essere una donna, forse perché la madre da sempre ha saputo che suo figlio è gay e lui talmente ammirato ha deciso di emularla. Guillaume Gallienne, pescando dalla sua personale esperienza, dirige e interpreta il doppio ruolo di figlio e madre (senza mai farne una caricatura) in una commedia che con raffinata ironia racconta il travagliato percorso di un ragazzo che tenta di affermare la propria identità. Lo straordinario attore francese ci racconta la sua affermazione attraverso un sapiente montaggio e una serie d’incontri con personaggi delineati con spietata gentilezza. Un film complesso in cui vorticosamente si cambia genere e linguaggio, dove si ride, si riflette, ci si confronta con temi importanti troppo spesso dimenticati nel nostro Paese. Vi sembra poco?


The wolf of Wall Street 

Nella New York anni Novanta, l’ambizioso broker Jordan Belfort fonda con un gruppo di amici un’agenzia che vende azioni fasulle per commissioni astronomiche. In breve tempo diverrà ricchissimo, assicurandosi donne, amici e droga, ma anche l’attenzione dell’F.B.I. Martin Scorzese dirige uno dei suoi film più provocatori degli ultimi anni, una commedia nera, fisica, convulsiva dove la redenzione non fa mai capolino. La durata di tre ore è però eccessiva, perché dopo un’ora di orge, soldi gettati dalla finestra, droghe di ogni tipo e nani usati come freccette, ci si domanda se il gioco valga la candela. Nonostante tutto il film scorre senza mai annoiare, ma anche senza dare la possibilità allo spettatore di riflettere, che non può far altro che assistere divertito alla performance straordinaria dell’autodistruttivo protagonista Leonardo Di Caprio.


Dallas buyers club 

Ron Woodroof alcolizzato tossicodipendente vive come se non avesse un futuro, ma la scoperta della contrazione del virus dell’HIV lo porterà a combattere una battaglia legale contro il proprio paese. Un racconto sentimentale essenziale, dal ritmo altalenante che spesso indugia fin troppo su sesso e droga, tralasciando o non approfondendo personaggi e situazioni che avrebbero meritato una maggiore attenzione. Se non fosse per la monumentale interpretazione di un mai così bravo Matthew McConaughey, questo film non sarebbe degno di particolari attenzione. Il suo antieroe bastardo ed omofobo, compie un mezzo miracolo riabilitando un’opera che probabilmente, in mano ad un altro regista avrebbe assunto ben altra statura.