VISTI DA…

di MICHELE FRATERNALI


Super 8 

In una piccola cittadina nell’Ohio nel 1979, alcuni ragazzini intenti a girare un horror in super 8 sono testimoni involontari di un incidente ferroviario. Mentre i teenager si danno alla fuga, sul posto arriverà addirittura l’esercito. Tutto rimanda ad un certo cinema degli anni ’80, quello dello Spielberg “alieno”(qui produttore) e il regista J.J. Abrams non fa nulla per nasconderlo. Attenzione però, perché non ci troviamo difronte ad una stucchevole operazione nostalgia, ma tutte le citazioni fanno pensare ad un richiamo alle origini da dove attingere nuova linfa creativa. E.T è tornato, ma è brutto e cattivo, rapisce e uccide, costringendo un intero paese alla fuga. Super 8 è una mescolanza di generi che spazia dalla fantascienza all’horror, dalla love story al romanzo di formazione, dall’avventura al thriller. La sceneggiatura è ben calibrata e il tutto è girato non solo ad altezza di bambino, ma con un amore assoluto per l’arte cinematografica che intrattiene e rivela con pacatezza a suon di effetti speciali e una finezza registica che regalano allo spettatore grandi momenti di cinema (l’incidente ferroviario, le automobili attratte dal magnete). I ragazzini sono semplicemente straordinari, probabilmente perché non fanno altro che interpretare se stessi. Non uscite dalla sala prima dei titoli di coda, altrimenti rischierete di perdere il loro capolavoro in super 8.


La donna che canta 

Una madre muore lasciando ai suoi figli gemelli un improbabile testamento, due buste sigillate e la richiesta di districare una vicenda intrisa di odio e vendette. Un’opera rigorosa, lucida, elegante, di grande impatto nonostante la violenza venga lasciata fuori campo. Un vortice di orrori e rivelazioni che mozzano il fiato, per un prodotto dalla narrazione dai ritmi pacati adatto ad un pubblico più competente e dai gusti raffinati. Il cast riesce a trasmettere le emozioni contrastanti di una vicenda feroce e delicata, il cui finale rimarrà nella mente e nell’animo degli spettatori molto a lungo.


Contagion 

Un qualsiasi gesto banale, come una stretta di mano, può scatenare una pandemia mondiale senza precedenti. Milioni di morti da Oriente ad Occidente, nelle metropolitane, sugli aerei, nelle case, come per le strade. La trama riporta alla mente numerose pellicole su virus e dintorni, ma stavolta in cabina di regia c’è Steven Sodembergh, che pur seguendo tutti i passaggi obbligati del genere (dal panico all’arrivo dell’esercito, dall’assalto ai supermercati alla sperimentazione) riflette sulla complessità con cui viaggiano paura ed etica. L’informazione deve essere chiara anche se può generare panico? Cosa è più immorale tra una lotteria che assegna i vaccini, un medico che li nasconde per i familiari e un blogger sciacallo? Ritmo da thriller e un cast stellare per un film che con onestà e senza sbavature racconta la vulnerabilità del nostro “mondo globale”.