TOLSTOJ DANZA AL PONCHIELLI

di EMANUELA CASSOLA

La nutrita e ricca rassegna della danza, proposta al Teatro Ponchielli di Cremona, decreta una standing ovation, per la Compagnia di balletto russo di San Pietroburgo, Eifman Ballet Theatre, con un omaggio alla letteratura, Anna Karenina, basato sull’omonimo romanzo di Lev Tolstoj

Balletto in due atti di quarantacinque minuti l’uno, muove le corde di uno psicodramma, conosciuto come uno dei romanzi più tragici di tutti i tempi. La storia, incentrata sull’adulterio coniugale, di una donna Anna , bella e ricca signora del consorte Karenin, vive una tormentata ed appassionata storia d’amore ad intermittenza, con Vroskij, affascinante soldato di cavalleria, che porterà l’eroina al suicidio.

Per questo capolavoro della letteratura, si mette in gioco il coreografo Boris Eifman, mentore ed anima della Compagnia..Padre fondatore della medesima, che da circa 25 anni si colloca nel panorama della tradizione tecnico accademico russa, quale unico e significativo elemento di rinnovamento capace di fare progredire il concetto stilistico coreografico rigoroso attraverso un linguaggio contemporaneo di movimento, in linea con lo stile e il pensiero moderno ed attuale.

I personaggi, interpretati magistralmente da Nina Zmievec, Oleg Markov, Oleg Gabysev, Ekaterina Zigadova, e l’intero ensamble del Corpo di ballo, hanno dato prova, non solo di grande ed indiscussa capacità tecnica formale del movimento, ma anche e soprattutto, interpretativa,nella connotazione del carattere dei personaggi, frutto di tradizione.

Quella maschera dell’attore, presente nel metodo Stanislawski e Grotowski, tipica del cambiamento, capace di dare anima, timbro e colore alla mimica facciale con estremo verismo, permettendo ai corpi di esprimere i sentimenti e le pulsioni, senza sovrastarli, privi di fronzoli e stereotipi.

L’accuratezza poi, dei costumi e del taglio sartoriale, visibile nel gran ballo in maschera sul finale del secondo atto,riporta alla memoria l’introduzione del balletto, di un’altra tragedia , Romeo e Giulietta, nella scena carnevalesca, in cui , Montecchi e Capuleti, possono sfiorarsi furtivamente.

Così le luci, con cui azioni spazio temporali, in proscenio e fondo campo, si articolano in un unico momento, e coni di luce, in più scene sono l’elemento di grazia, atti a sottolineare ampi respiri narrativi, rimarcano con grande maestria, la sintesi della struttura scenografica, precisa ed imponente, ma non ingombrante. Essenziale, ma non minimale, costruita con tagli prospettici narrativi, ma anche evocativi.

Le musiche di Caikowskij, tratte dai brani sinfonici di memorabili opere, vengono utilizzati al servizio del testo drammaturgico di Tolstoj del 1877, per questa versione coreografica incentrata sul triangolo amoroso, in cui è possibile, come spiega lo stesso Boris Eifman, …” sviscerare, non solo lo stato emotivo profondo del mondo psicologico della sua eroina, ma anche una rivelazione lipidica psico erotica che la indurrà al suicidio “ . Una analisi profonda molto attuale che induce alla riflessione sui rapporti di coppia, il significato di famiglia, e del riconoscimento dei processi affettivi incompiuti, contrastati e destrutturati.