QUATTRO STAGIONI “minimal” per Astolfi

di EMANUELA CASSOLA SOLDATI

Sulle note delle Quattro Stagioni di Vivaldi, si plasma il Progetto coreografico di Mauro Astolfi, in scena al teatro Municipale di Piacenza. Ideazione coreografica nata nel 2010, e danzata da nove interpreti di raffinata tecnica contemporanea, si compenetra perfettamente sulla partitura settecentesca di Vivaldi in osmosi con gli incisi musicali originali di Luca Salvadori, in una fluidità dialettica nell’utilizzo della cifra stilistica dell’autore Astolfi. Settanta minuti di armoniosa bellezza, nel quale , per la prima volta, l’autore si spoglia di oggetti scenici superflui, per concentrare la struttura narrativa attorno e dentro ad una casa mobile in continua trasformazione. Come la nitida lettura delle pagine di un libro, così si presenta il significato della casa in bilico sul lato del tetto, suggerendo , da un ‘altro punto di vista prospettico, l’analisi della relazione, che intercorre tra l’habitat e l’individuo. O come , la scafa di una barca, anticipa ai danzatori il pretesto per relazionarsi dentro e fuori lo spazio, in un dialogo cucito, fuori e dentro i propri confini corporei. A suggellare le immagini del racconto, create dalle movenze plastiche dei corpi a volte terreni e, a tratti spirituali, sono le luci disegnate da Marco Policastro e le video proiezioni di Vincenzo Aronica a rendere l’effetto ottico della mutazione delle Quattro Stagioni ancora più credibile. Una sincronicità perfetta nel rendere i corpi stessi dei danzatori al servizio della narrazione e viceversa. Passi a due al chiaro di luna, e caldi abbracci a ritmo di tango, momenti metafisici e appuntamenti fisici, quelli dei corpi che mutano con le stagioni. In equilibrio o in apparente assenza di gravità, ma pur sempre con l’incedere di una metamorfosi poetica.