SE A DIDONE IL NULLA PARE

Nell’ambito della rassegna Migrazioni Teatrali: Tempo di andare
Supervisione artistica ed ideazione Antonio S. Nobili per Teatro Senza Tempo

La Compagnia Altrove torna con:
SE A DIDONE IL NULLA PARE
22 Aprile 2018 Teatro SalaUno (Piazza di Porta S. Giovanni, 10) Ore 18:00

Adattamento e Regia Sandra Rossi
Aiuto regia: Carlo Colella
Assistente alla regia: Deborah Armenia Musiche originali di Alessandro Palmigiani

E’ vivamente consigliata la prenotazione

Liberamente tratto dal IV canto dell’Eneide e dalla Didone Abbandonata di Metastasio.

In una terra situata a Nord dell’Africa, vivono la regina Didone e sua sorella Anna, in un clima di ritrovata tranquillità. Vittime dei soprusi del fratello Pigmalione che ha ucciso il marito di Didone, Sicheo, hanno fondato la città di Cartagine, prosperosa nel commercio e nelle arti.
La malvagia e beffarda Fama comincia a diffondere a sproposito voci che annunciano l’imminente arrivo di un eroe lontano, Enea. Per questa ragione il re della tribù dei Mori, Iarba si reca dalla bella regina, che rifiuta ostinatamente ogni proposta di matrimonio, convinta del felice destino che sembra esserle stato riservato dagli Dei.
E’ questa la storia scritta dal mito, riportata nei versi dell’“Eneide” di Virgilio, e celebrata in opere quali la “Didone abbandonata” di Metastasio.
Ma Didone aspetta l’eroe incoraggiata incoscientemente dalla sorella Anna, a tal punto che comincia a vivere, nella solitudine delle sue notti insonni e nelle albe oscurate da piogge scroscianti, la sua personale storia d’amore, un amore comunque irreale e visionario.
E’ una storia moderna, quella di Didone. La storia di una donna coraggiosa ed indipendente e del suo rapporto controverso con il potere, con i doveri dettati dalla fedeltà coniugale a cui è votata e con il costante timore di risultare inadeguata al ruolo che ricopre.
All’interno di un mondo perfetto costruito con tenacia e costanza, rappresentato da un cerchio di pietre intorno al quale danza Selene, Didone non può ribellarsi ad un’ossessione che si manifesta con sconosciuta irrazionalità, a tal punto da non essere più in grado di distinguere il reale da quanto immaginato.