IL COLPEVOLE? CHI NON VA AL CINEMA.

di Michele Fraternali

IL COLPEVOLE? CHI NON VA AL CINEMATroppo spesso si sceglie un film, da andare a vedere al cinema, unicamente in base al regista che lo dirige o gli attori che lo interpretano. Seguire questo criterio impedisce allo spettatore di scovare opere che, pur non avendo nomi blasonati a trainarli, meritano di essere visti. È il caso del thriller Il colpevole, un film danese ambientato in due ambienti e con un unico straordinario protagonista. Non c’è altro da sapere di questo film in tre atti e tre tonalità cromatiche, tutto da ascoltare e immaginare. La forza de Il colpevole è in una sceneggiatura puntuale e dettagliata, in grado di mantenere per l’intera durata la suspense, la tensione drammatica e regalare sorprendenti colpi di scena. Se la partenza è spiazzante, il proseguo è un crescendo tensivo ed emotivo, fra silenzi, risposte beffarde ed improvvisi tocchi d’ironia nera. Di pellicole dove il telefono ha avuto un ruolo centrale, al cinema ne abbiamo viste molte, ma aver ambientato Il colpevole nella claustrofobica sede di un centralino è stata l’idea vincente, che lo rende implacabile, a tratti struggente, fino al finale al cardiopalma.