#BAULIINPIAZZA

A cura di Vincenzo Incenzo

L’ABBRACCIO APPASSIONANTE DI TUTTE LE FORZE LAVORATIVE DEL MONDO DELLO SPETTACOLO.

SONO PASSATI ALCUNI MESI DALLA MANIFESTAZIONE DEL 10 OTTOBRE 2020 E TANTI DI PIÙ DAL FERMO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE E CULTURALI CHE VEDONO IMPIEGATI I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO. IN QUESTI MESI L’APS BAULI IN PIAZZA – WE MAKE EVENTS ITALIA HA AVUTO MODO DI COSTRUIRSI, STRUTTURARSI E CRESCERE, PER ARRIVARE ANCORA PIÙ FORTE ALLA SECONDA MANIFESTAZIONE, QUELLA DEL 17 APRILE 2021. UNA BATTAGLIA PER I DIRITTI, IL SOSTEGNO E IL RICONOSCIMENTO DI TUTTO IL COMPARTO PIENA DI CONTENUTI E DI PASSIONE

ABBIAMO RAGGIUNTO TIZIANO ROSSI, PRESIDENTE APS BAULI IN PIAZZA

Quali sono i capisaldi su cui si basa il vostro messaggio?
Abbiamo iniziato la nostra avventura con Bauli in Piazza per dimostrare il livello di organizzazione e capacità che appartiene a questo settore e per stimolare le istituzioni a dare fiducia ad un comparto che per sua natura è abituato ad organizzare, programmare, prevedere e gestire gli eventi in sicurezza.
Quindi direi come primo caposaldo la professionalità del settore spettacolo che merita un riconoscimento e delle leggi che lo regolamentino in maniera moderna ed efficace.
Le regole, appunto, quelle che sono mancate in questi anni per normare un settore in continua evoluzione e che necessita attenzione. Il settore spettacolo, cultura, intrattenimento, eventi, congressi e fiere deve essere considerato come un vero comparto produttivo al pari di altri e di conseguenza i lavoratori che lo compongono devono avere pari tutele, diritti e sostegni.
Per cui gli altri capisaldi potrebbero essere: riconoscimento del settore e dei lavorator*, tutele e investimenti sulle professioni e sulle aziende.

Dal 10 ottobre 2020, al 17 aprile 2021, ad oggi, che segnali avete avuto dalle Istituzioni?
Abbiamo avuto segnali discontinui e poco strutturati a mio avviso.
Avevamo chiesto dei tavoli tecnici tra Ministeri che coinvolgessero le diverse realtà che in questi mesi si sono adoperate per portare avanti idee ed istanze ed invece ci siamo trovati un documento di consultazione ad un DDL generico che mette insieme alcune proposte di legge.
Sicuramente le istituzioni hanno ora una mappatura del settore e si sono rese conto della difficoltà normativa e dell’impegno che questo processo di regolamentazione richiede.
Il settore, per essere normato, ha bisogno di una visione dall’interno proprio a causa della complessità che lo caratterizza e della grande diversità di esigenze che hanno i lavoratori del comparto.
Ci aspettavamo una piattaforma di lavoro più organizzata con un’agenda serrata ed ordini del giorno atti ad affrontare gli argomenti in maniera approfondita.
Abbiamo fatto questo lavoro tra realtà ed organizzazioni, in autonomia e con il tempo a disposizione per l’impegno civile che stiamo mettendo noi, come tante altre realtà, in questo momento così difficile che si è trasformato in un’opportunità di crescita per il settore, ma che ha bisogno del supporto delle istituzioni e di tempi accettabili.
Oggi vediamo solo un po’ di fretta a mettere una toppa con il rischio di partorire una riforma incompleta e poco partecipata.

Avete parlato di una campagna di tesseramento. Potete darci maggiori informazioni in merito?
Abbiamo trasformato l’embrione dell’associazione culturale in una APS ( associazione di promozione sociale) che ha come obiettivo primario quello di un riconoscimento del settore e di stimolare progetti politico/sindacali, culturali e sociali in grado di supportare le istanze, promuovere un pensiero laterale rispetto al nostro settore e dare visibilità mediatica alle problematiche del nostro comparto.
Il tesseramento è un modo per sostenere chi, in maniera totalmente gratuita, mette a disposizione il proprio tempo. Quando dico sostenere intendo contribuire alle spese che ogni giorno l’associazione affronta, dalla gestione social all’ufficio stampa, non dimentichiamo che il “rumore” generato dalle nostre iniziative nasce proprio dall’utilizzo ragionato e strategico degli strumenti legati alla comunicazione, all’organizzazione delle manifestazioni e delle iniziative, come avete potuto vedere il nostro linguaggio ha sempre un grande impatto visivo ed emozionale e questo tipo di eventi, manifestazioni e flash mob necessitano di un’indipendenza economica.
Inoltre l’obiettivo sul medio e lungo periodo è quello di poter organizzare servizi per i soci, convenzioni, un centro studi e opportunità per generare un pensiero di solidarietà di settore.
Un obiettivo ambizioso che speriamo di riuscire a centrare.
Per il momento siamo sicuri che il nostro “rumore” sia già un’ottima cassa di risonanza per le istanze del comparto.

Per quali coordinate, a vostro avviso, passa la ripartenza della macchina dello Spettacolo?
Sicuramente protocolli chiari che permettano nell’immediato di ricominciare ad organizzare opportunità di lavoro, cioè gli eventi di qualsiasi natura essi siano. Protocolli sostenibili in termini di capienze e costi.
Incentivi fiscali, bandi, sovvenzioni per la ripartenza sia dei piccoli che dei medio/grandi eventi.
Un patto emergenziale tra parti datoriali, lavoratori e organizzatori per impedire un gioco al ribasso che spesso le grandi crisi come questa portano con sé.
La riforma del settore della quale si sta parlando in questi giorni. Una riforma partecipata ed attenta ad ogni fase della produzione e del lavoro. Perché il nostro è un lavoro e questo è il pensiero di base che deve accompagnarci nella ripartenza, sia esso artistico, tecnico, organizzativo o produttivo.

Il mondo dei giovani è da sempre nel cuore di Fonopoli. Avete già in mente delle azioni in merito a progetti coordinati e finalizzati all’utilizzo del Recovery Next Generation?
In questo momento stiamo collaborando ad embrioni di progetti per la formazione dei giovani che speriamo prendano il via nei prossimi mesi, se le economie e le condizioni lo permetteranno.
Sicuramente crediamo che i professionisti di questo settore, che si sono formati negli anni, debbano avere l’opportunità di passare le proprie competenze alle generazioni future e quindi ci piacerebbe inserire in alcuni percorsi di studio dei laboratori di formazione che contemplino la docenza degli esperti del settore.
Un passaggio di competenze fondamentale per il settore dello spettacolo 4.0 proiettato al futuro che metta insieme l’esperienza fatta sul campo con le nuove tecnologie ed i moderni processi di produzione.
Per creare opportunità di formazione nel settore dello spettacolo e degli eventi, dell’arte e della cultura è necessario il supporto dei fondi europei.
Oggi nelle scuole italiane il settore degli eventi e dello spettacolo non è ancora considerato un possibile sviluppo professionale quando invece è un comparto che ha bisogno di essere alimentato di professionalità provenienti da diversi ambiti.