VISTI DA…

di MICHELE FRATERNALI

Buried 

Nulla si sa del protagonista, se non che dopo aver perso i sensi si è ritrovato sepolto in una cassa di legno sotto le sabbie di un deserto iracheno. Se è vero che le migliori idee sono quelle semplici e le storie efficaci quelle senza eccessivi risvolti narrativi e troppi personaggi, Buried con la sua unica ambientazione e un solo protagonista ne è la riprova. Impresa non facile, ma riuscita, perché il regista riesce a coinvolgere e a far fremere lo spettatore senza mai annoiarlo, mantenendo vivo il suo interesse con trovate sorprendentemente azzeccate. Un mix di intrattenimento e denuncia sociale, venato di humor nero, che a ogni passo cita Sir Hitchcock (ogni paragone è comunque improponibile …) che col suo budget ridotto all’osso riesce a scuotere ed elettrizzare il pubblico in sala che ne verrà letteralmente inghiottito.


Potiche 

Francois Ozon da grande sperimentatore di generi, stili e ambientazioni con Potiche torna ad analizzare i rapporti di coppia e l’incertezza nei rapporti umani, ma soprattutto le donne. Mogli, madri, amanti, figlie di papà, donne accessorio poco considerate e relegate a ruoli marginali negli anni ’70 come oggi. Una commedia intelligente assai divertente, garbata e sottilmente cattiva, un’allegoria sulla Francia d’oggi con i suoi vizi e le sue virtù, dove il regista esaspera l’ambientazione (anni ’70 è sinonimo di esagerazione per trucco, parrucco e scenografie) e rilancia una coppia d’assi come Catherine Deneuve – Gerard Depardieu (il loro ballo in discoteca è una sequenza di culto). Battute a raffica, tempi comici implacabili, una magnifica ricostruzione ambientale, fanno di Potiche un gioiello che fa uscire dalla sala soddisfatti e sorridenti.


Porco Rosso 

Italia. Nel periodo che intercorre tra i due conflitti mondiali. Un pilota dalle sembianze di maiale è il terrore dei pirati del mare e dell’aria, finché questi non chiederanno aiuto allo spavaldo americano Curtis, che lo sfiderà a duello. Il Maestro dell’anime giapponese Miyazaki, sembra aver realizzato con Porco Rosso la sua opera più scanzonata, mentre al contrario proprio questo film è la cartina tornasole per coglierne le sue tematiche e la sua poetica, esponendo il suo aspetto politico e libertario. Una battuta del film riassume tutto ciò (e da sola vale il prezzo del biglietto …) : “Meglio porco che fascista”. Con la sua proverbiale efficacia narrativa e con un approccio visivo apparentemente trasandato se paragonato agli splendidi La città incantata o Nausicaa della valle del vento, Miyazaki ci regala una pagina tutt’altro che secondaria della sua magnifica filmografia. Un’opera capace di stupire, insegnare, sorridere e sognare.