Parole in movimento

PAROLE IN MOVIMENTO 1999
La prima edizione del concorso letterario legato all’Associazione

“La rivoluzione attraverso la poesia – ha detto l’artista – è il metodo più efficace per comunicare con gli altri”. Ecco, finalmente, nella stupenda cornice della Sala dei Papi, a palazzo Altemps, Renato Zero ha abbassato il ponte levatoio per iniziare quello scambio di vitalità tra lui e i giovani perché non arrivi soltanto l’emanazione della sua stupenda vena artistica ed emotiva ma, soprattutto, per accendere la possibilità a molti, attraverso gli obiettivi di Fonòpoli, di raccontare, il talento che troppo spesso si deve parcheggiare e mortificare nella impossibilità di rappresentarlo. La manifestazione si è svolta con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma rappresentato dall’Ass. Borgna e per il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Provincia di Roma, Ass. Guerci che hanno contribuito a dare spessore a questa prima edizione del premio. Presidente della giuria è stato il Presidente Onorario di Fonòpoli, Renato Zero attorniato da una illustre giuria. Dopo l’introduzione del relatore Anna Manna, Lello Bersani, ha elencato gli autori premiati; Carlo Giuffré (Presidente della sezione narrativa) ha suberbamente introdotto l’opera vincitrice della sezione narrativa che è stato il racconto “L’aquilone” di Elisa Nunziatini. Tutti i temi hanno sottolineato la grande ricerca interiore dei giovani e il ritorno all’esigenza della cura dei sentimenti d’amore, cardine del nostro vivere. “Mi è sempre stata molto cara la rivoluzione – ha detto Renato nel suo intervento – intesa come innovazione. La rivoluzione ha sempre messo una certa paura soprattutto in colui che preferisce il buio. La rivoluzione scritta che avviene sotto forma di poesia è il metodo più efficace che, per comunicare, non ha bisogno del gestore, cioè, dell’istituzione che purtroppo a volte la affossa. Attraverso un foglio di carta bianca – ha concluso Renato – la paura va via e c’è spazio invece per la sicurezza; colui che scrive della vita, dei fatti, e, quindi il poeta, il narratore ed il giornalista, riesce a raccontarci una verità che nessuna immagine televisiva riesce a fare”. È stata una vittoria aver sentito voci nuove, fresche, piene di entusiasmo, speranza e voglia di comunicare sensazioni e pensieri. Ed è questa una grande vittoria perché è la prima di tutti noi insieme.