Fonòpoli incontra Fonòpoli
Tutte le arti in festa per il Fonòpoli day
Le parole di De Moraes sembrano fotografare alla perfezione quanto di magico e di commovente è avvenuto nella giornata del 14giugno al Punto It, lo spazio multimediale romano di Via Libetta, gremito sin dal primo pomeriggio da tanta gente curiosa in attesa. Poesia, Danza, Pittura, Musica, Arte digitale, Recitazione si sono date appuntamento lì, tenute per mano dalle speranze di ragazzi di ogni estrazione sociale e geografica che hanno visti riconosciuti i loro primi sforzi in campo artistico con una lunga e argomentata premiazione. Giusy Garoppo ha illustrato con competenza e brillantezza le opere visive, la chitarra di Giandomenico Anellino ha poeticamente avvolto i nomi dei premiati nel campo poetico letterario.Cerimoniere della serata un festeggiatissimo Renato Zero, premiato a sua volta per il suo impegno nell’ arte e nella comunicazione, da una giuria capeggiata da Margaret Mazzantini, Alessandro Bergonzoni e Carlo Fontana con il riconoscimento prestigioso Mont-blanc de la Culture Arts Patronage Awards 2005. “Saluto così la mia vecchia bic” ha apostrofato ironicamente Renato, ma subito si è fatto serio: “Spero con questa penna di firmare l’accordo per dare il via finalmente a settembre ai lavori di Fonòpoli”.Si, la vita è l’arte dell’incontro. E Fonòpoli ha sposato questa filosofia sin dai suoi albori,quando sparuto era il gruppo di pionieri che tentavano di far sentire il loro grido nel deserto. Oggi uno spazio come il Punto It non basta più, e forse nemmeno uno spazio più grande di dieci volte. Gli incontri si sono susseguiti in questi anni, hanno partorito idee, propositi, speranze. Le collaborazioni tra giovani artisti si sono moltiplicate, così come gli interventi di musicisti, scrittori, ballerini, pittori di fama riconosciuta. Fonopoli oggi tesse una ragnatela tra le regioni italiane fitta e ramificata di intenzioni e di volontà,che aspettano solo di essere rese più visibili. “Qualcuno – ha sentenziato amaramente Renato – si dovrà vergognare e si pentirà di non averci creduto prima”.Trampolieri, clown che si aggiravano sin dalla prima ora negli spazi in allestimento aprono la serata e introducono Gerardo Fiorenzano, presentatore mimo e fine dicitore di Shakespeare. Marcelo, Faiber e Cristina Capodicasa hanno dato un personalissimo contributo recitativo. Tante le presenze venute ad omaggiare gli sforzi di Fonòpoli, da Enrica Bonaccorti a Maria Amelia Monti, da Jenny Tamburi a Antonio Giuliani e Marina Marfoglia, da Rossana Casale (che regalerà nel corso della serata una perla di canzone,“Volesse il cielo”, intensamente interpretata) ad Aldo Donati.Il primo appuntamento è con il battesimo di Icaro, la nuova rivista di Arte e Cultura ideata da Ivano Malcotti, Nadia Simonetta e Vincenzo Incenzo.
Rivista che si promette di sfidare il sole a volte irraggiungibile dell’editoria con la pre-sunzione dei sognatori e contante tante idee. Una rivista che nasce bene, visti i contributi di Monica Schifano che ha permesso di collocare in copertina un’opera del grande Mario Schifano, artista che fuggiva i codici di definizione,così come vuol fuggirli Fonòpoli, di Albertazzi, Battiato, Arrabal, Baselitz e tanti altri. La vita è l’arte dell’incontro, e punto d’incontro vuole essere anche questa rivista, una sorta di porto di mare per artisti navigati e scialuppe che lasciano la riva per la prima volta. Le cover dei Queen hanno messo in luce il talento di un gruppo giovanissimo, gli Under Pressure, che ha anticipato l’arrivo sul palco di un’altra promessa della musica italiana, Valentina Giovagnini. La giovanissima interprete, premiata paio di anni fa a Sanremo Giovani si è esibita con la sua cornamusa e la sua voce di timbrica celtica in brani coinvolgenti ed originali, ed ha annunciato il suo prossimo lavoro in uscita. Poi sono saliti gli Arwak, gruppo latino che riesce a miscelare rock, latin jazz e musica afro-caraibica. La poesia, la forza ritmica e l’allegria dei musicisti si è unita alle coreo-grafie magiche di Amarily, artista colombiana che ha danzato tra i presenti con costumi originali da lei disegnati. È stata questa un’apertura forse inedita ad altri continenti da parte di Fonòpoli, che allarga per il futuro gli scenari di azione e di incontro.La vita è l’arte dell’incontro anche oltre qualunque frontiera. Il prezioso lavoro al mixer del maestro Finetti, storico fonico di Renato e tanti altri artisti, ha poi esaltato la performance dei Coniglio Viola, un duo“multimediale” che combina con originalità assoluta ed ironia il digitale con la musica e la recitazione. La loro rilettura della musica (e della società) degli anni ottanta è stata applaudita a lungo. È arrivato poi il momento di presentare “Bassi Fondi”, il video-libro di prossima uscita che unisce le poesie crude e drammatiche di Ivano Malcotti alla musica e alle fotografie di Vincenzo Incenzo. Soggetto: il mondo tormentato e reietto che vive randagio ai margini delle città.Antonio Fulfaro e Maria Cristina Fioretti hanno interpretato con passione i versi di Malcotti,mentre scorrevano sugli schermi drammatici momenti di anime salve, come avrebbe cantato De André.Ha chiuso la serata il magico pianoforte di Stefano Senesi, che ha accompagnato le evoluzioni di Gabriele Rossi e le strazianti immagini montate da Angelo Scandurra sulla violenza barbarica perpetrata nei confronti degli animali. I partecipanti, commossi, si sono alzati in piedi per un sentitissimo applauso.
La vita, amico, è l’arte dell’incontro. Dopo questa giornata tutti ne siamo più convinti.