Cantiere Fonòpoli

TOUR 1999
“…è il nostro cantiere che riparte più efficiente che mai…”

Sul sipario veniva proiettato ad intervalli un filmato dove personaggi illustri e noti hanno mandato il loro messaggio di adesione all’idea di Fonopoli. Con in mano la valigia verso un viaggio esistenziale e musicale che dura da 49 anni, Renato è raggiante e questa felicità è contagiosa per tutto il pubblico e quando intona le sue prime note il delirio è collettivo. E’ spettacolo nello spettacolo poiché in un complesso, ma regolato ed equilibrato, mix c’è la grande novità di aver inserito la danza. Carla Fracci, magicamente perfetta nei suoi passaggi ha impregnato di poesia i brani che ha interpretato: cosi piccola e minuta riesce a dominare un palcoscenico cosi immenso: “…è stato importante questo innesto della danza nello spettacolo poiché potrà portare nuovo pubblico al balletto”, ha detto l’artista entusiasta di questa occasione che Renato a creato. E cosa dire del balletto dei Momix? A Moses Pendleton, inventore e coreografo dei Momix, Renato ha affidato “L’impossibile vivere”.

Comunque, ci vorrebbe un’altra platea che assiste allo spettacolo dei trentamila spettatori tutti protesi verso Renato a dimostrare, come lui ha detto, “che non c’è bisogno di doping per trovare energia e come è deprimente il fatto che oggi si voglia diventare campioni senza fatica, il doping ha smorzato l’esaltazione e la gioia di una vittoria”.
Renato come uno stupendo guerriero armato fino ai denti, lancia stilettate contro chi si oppone ancora alla realizzazione di Fonopoli. In questo entusiasmante esperimento di fusione tra arti e linguaggi, in un epoca cosi carica di spettacoli finti, plastificati, in un mondo che avanza velocemente verso la realtà virtuale. Renato conferma che la formula vincente di uno spettacolo è quella di eleggere ad interprete la platea stessa, creando cosi una coralità di vibrazioni. Questo tour è stato un evento proprio per aiutare Fonopoli e realizzare quindi un sogno che poco a poco si trasformerà in realtà. Dopo aver bussato a centinaia di porte Renato a deciso di rimboccarsi le maniche e di essere il primo a dare una “dote” a Fonopoli.

“…Mi sento come un illusionista che è riuscito a catturare l’attenzione senza usare nessun trucco”.
Renato Zero