ARIGATO! GIAPPONE

DANZA NEL III MILLENNIO A PARMA

di EMANUELA CASSOLA

Nel consolidato appuntamento con La Danza del III Millennio al Teatro del Parco Ducale di Parma, la proposta è ghiotta: si degustano assaggi di cucina giapponese, si provano trattamenti shiatsu, si ammirano le collezioni degli stilisti Yamamoto, Tumori Chisato e Akira Onozuca per il marchio Zucca.
Un affascinante preludio introduttivo al percorso fotografico e video della fotografa A.N. Fabian, che ha documentato e seguito in itinere la nuova produzione della Compagnia ARTEMIS Danza diretta dalla coreografa Monica Casadei, per le musiche di Luca Vianini. Il Progetto tende la mano al Sol Levante con un omaggio al Giappone, ed è sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Ministero degli Affari Esteri, dall’Istituto Giapponese e di Cultura, dalla Regione Emilia Romagna Cultura d’Europa, da Provincia e Comune di Parma.
Sole dell’Anima Sola è uno spettacolo di poco più di un’ora realizzato per le coreografie di Monica Casadei. Una carezza, una lama che fende l’aria. Un fiore bagnato dalla rugiada. Un Haiku giapponese. Un riconoscimento affettuoso alla recente scomparsa di Kazuo Ohno, creatore della danza butoh e maestro indiscusso di una moltitudine di artisti contemporanei, tra cui la stessa Casadei.
Ed è proprio merito di questo incontro la metamorfosi artistica che Monica ha compiuto in questi ultimi anni con il progetto Artemis incontra culture altre dell’omonima Compagnia Artemis Danza di cui lei è fondatrice e direttrice artistica.
Alla ricerca della propria cifra stilistica, Monica ha percorso le orme di una forte tradizione di danza contemporanea di matrice francese sulle tracce della propria formazione fil osofica, integrandola con lo studio dell’Aikido disciplina in cui trova la perfetta sintesi tra espressione corporale e mentale.

Sole dell’Anima Sola si compone in divenire, lentamente, come vuole la meditazione di un Mandala, sul filo della rigorosa metrica di un Haiku componimento giapponese di tre versi sillabici. Un Giappone di tradizioni scintoiste e buddhiste anima la creazione, incentrata sull’esplorazione di una ritualità gestuale e di pensiero che non si propone di descrivere bensì di rivivere sul palcoscenico le esperienze, i volti e le emozioni vissute a partire dalle posture dei danzatori in scena. I corpi dei danzatori stanno in ginocchio, come geroglifici egiziani, in attesa non di colmare il vuoto dello spazio scenico, bensì di riempire il silenzio della pausa, con il respiro e l’essenza delle proprie anime. Un momento di comunione liturgica non verbale, che generalmente il pubblico occidentale non è preparato a condividere. Sette interpreti, quattro uomini e tre donne immersi in una musica ipnotica, permettono ai corpi di raccontare il proprio vissuto attraverso flussi di tensione. Solo l’estrema fatica di sostenere una postura contorta, come un bonsai, permette di sublimare l’essenza della bellezza del corpo, tanto da riconoscerne le origini arcaiche in un unico gesto ed in un’unica dimensione spazio temporale. Il Paese del Sol Levante per Monica Casadei ha da sempre straordinarie valenze autobiografiche rispetto al proprio percorso artistico. Un viaggio che parte da molto lontano e congiunge Oriente e Occidente in un sincretismo unico: gli studi di filosofia, il fondamentale incontro con Kazuo Ohno e la danza Butoh prima, la pratica dell’Aikido con il maestro Cognard poi. Esperienze che hanno determinato la cifra stilistica della coreografa e della sua Compagnia. Il Giappone rappresenta per Monica Casadei una sorta di viaggio dentro il proprio vissuto artistico, un ritorno alla memoria del corpo sui passi dei maestri.

Monica Casadei
Si distingue come una delle migliori coreografe della nuova generazione e a testimoniarlo è il Premio della Critica “Danza&Danza” conferitole nel 2000. Ma ancora di più ad iscriverla nel firmamento come stella dello spettacolo è l’oscar della danza, vale a dire il Premio “Anita Bucchi”, che le è stato assegnato nel 2007 per la migliore coreografia dell’anno, “Cuba 2006. La rivoluzione energetica”, una creazione legata al progetto Artemis incontra culture Altre dell’omonima Compagnia Artemis Danza di cui è fondatrice e direttrice artistica.